Testo di Sergio Pastore
Avvengono tante cose che non sappiamo, non possiamo spiegare. Se l’evento ci rallegra o fa felici vorremmo ringraziare qualcuno (un Dio o un fato dalle sembianze umane), ci piace immaginare che quello sconosciuto qualcuno ci pensi e favorisca. Ma molto probabilmente, gli eventi semplicemente accadono, non c’è nessun fato o destino dietro di loro, nessun essere che ci somigli e ci pensi. Devo però ammettere che a volte trovo in un certo senso logica e appagante «l’eternità del tutto» (di ogni ente o fenomeno, dal più umile al più grandioso) del filosofo Emanuele Severino che ho letto - anche se con estrema fatica - per decenni. Dice Severino: tutto (ma veramente tutto, anche un moscerino) è da sempre e per sempre. Niente muore davvero, come siamo tutti portati a pensare. I fenomeni e enti che “apparentemente” muoiono e scompaiono, non sono distrutti per sempre, in verità “si eclissano” e … torneranno, riappariranno un giorno. Insomma, l’eterno ritorno (ma non so se l’eternità di Severino sia uguale all’eterno ritorno di Nietzsche).